
Parte di « Lettera al Vecchio Mondo » (2018-2019) – Jaider Esbell
« Lettera al Vecchio Mondo
Genocidio Indigeno del Brasile
La violenza è un ciclo lungo. Gli antichi ordini continuano a risuonare e ora sono arrivati nelle ultime foreste vergini del mondo.
L’ordine? Sterminare! »
Jaider Esbell ha affermato: « Come popoli Indigeni, siamo già emersi da uno storico processo apocalittico. »

Parte di « Lettera al Vecchio Mondo » (2018-2019) – Jaider Esbell
« Lettera al Vecchio Mondo » fa parte di una narrativa visiva che denuncia gli orrori che le popolazioni indigene hanno subito e soffrono ancora in Brasile e articola la necessità della decolonizzazione di musei, altre istituzioni e spazi simbolici.

Parte di « Lettera al Vecchio Mondo » (2018-2019) – Jaider Esbell
« Sono ricco! E sai da dove viene la mia ricchezza? Proviene dalle terre indigene della foresta pluviale amazzonica. Sì, è da lì che vengo. Per essere bella, gli indiani devono morire nudi e non avere niente! »
In una delle sue ultime interviste, Jaider Esbell ha criticato le istituzioni artistiche per non aver integrato l’arte Indigena nella storia dell’arte nazionale e globale. « Non c’è dialogo », ha detto. « La Biennale prende il tuo lavoro e si dimentica di te. »
Dopo la morte per suicidio di Jaider Esbell, il suo amico, il famoso artista indigeno Denilson Baniwa, ha pubblicato in una lettera aperta: « Poiché l’accoglienza che il mondo occidentale ci ha riservato ha portato uno di noi a una fine così grave, devo pensa di più al tipo di rapporto che voglio avere con l’arte occidentale. »


Performance « Lettera dei popoli Indigeni al capitalismo » (2019) – Jaider Esbell
In questa performance, Jaider Esbell ha consegnato una lettera a una banca UBS a Ginevra, in Svizzera, in cui ha delineato i diritti di tutti a vivere su un pianeta sano e ha criticato le politiche bancarie complici della deforestazione e dell’ecocidio criminale.

« Urucum »
Performance con urucum, un colorante rosso naturale, nell’acqua del Monumento a « O Garimpeiro » (Il cercatore d’oro) a Boa Vista, Roraima, Brasile (2019) – Jaider Esbell
L’artivismo di Jaider Esbell: resistenza artistica contro l’estrazione dell’oro nelle terre indigene, la distruzione della foresta e il continuo attacco alle culture Indigene…
Mi chiedo come mai Jaider Esbell – che si è definito un « artivista » e ha usato il suo genio creativo per esprimere una critica militante alla cultura egemonica della colonizzazione e al suo concetto di arte come arma nella lotta per i diritti degli indigeni alla terra e alla cultura riconoscimento – avrebbe reagito vedendo le sue opere utilizzate dalla società Cartier – commerciante di gioielli, orologi e accessori di lusso in oro e diamanti – per scopi di manipolazione; il greenwashing del loro marchio?
Ho fatto questa domanda a un artista Indigeno e amico attivista in Brasile e lui ha detto che Jaider Esbell non l’avrebbe mai accettato.

Performance – Jaider Esbell
Naturalmente, le opere d’arte di Jaider Esbell che Cartier ha acquistato per la loro collezione sono tra le più poetiche; dipinti legati alla natura e agli spiriti che non si confrontano direttamente con il colonialismo e il capitalismo che Cartier rappresenta.
La Biennale di Venezia ha esposto anche opere legate alla natura e allo spirito di Jaider Esbell fino al 27 novembre 2022.
Jaider Esbell aveva sperato di organizzare un’ecologia dell’arte indigena insieme alle istituzioni e alle gallerie emerse dal colonialismo e dal capitalismo perché: « Vogliono fantasticare e mascherare, distorcere, ammorbidire le nostre parole. Siamo in questa lotta, una lotta per la vita, per il nostro territorio. »
E il mondo “dell’arte” è così abile nell’arrogare le intenzioni socio-politiche e nel sfruttarle…
Quanto all’oro e ai diamanti: nell’“Utopía” di Thomas More, pubblicata nel 1516, l’oro e le pietre preziose non hanno valore. Infatti portano il peso del sangue, della schiavitù e della follia umana
Nella continuità di diversi decenni di greenwashing per l’azienda di gioielli in oro, orologi e accessori che l’ha creata e mantiene, la Fondazione Cartier ancora presentato una altra mostra orientata alla “natura” Les Vivants nell’ambito di lille3000, Utopia – « Utopia » ? –
al Tripostale di Lille, in Francia, fino al 2 ottobre 2022.
Hanno detto: “si prolunga così una serie di mostre della Fondazione Cartier mettendo in discussione il posto che l’uomo occidentale si è arrogato al vertice di una presunta piramide dei vivi e dei popoli.”
Secondo la Fondazione Cartier, la mostra “si propone di trasportare la nostra immaginazione oltre l’antropocentrismo per reinventare, con empatia e umiltà, una nuova convivenza terrestre con piante e animali.”
l’hanno aggiunto che “Il cuore della mostra è una raccolta di opere di artisti nativi americani contemporanei… La loro esperienza di una relazione di parità tra esseri viventi, umani e non umani, costituisce una tradizione immemorabile a cui siamo molto affezionati. impara in questo tempo di crisi ecologica.”
E che la Fondazione Cartier “da oltre vent’anni sviluppa un programma che esplora le grandi questioni ecologiche di oggi… che ci invitano a dare uno sguardo rinnovato alla bellezza e alla vulnerabilità del mondo vivente.”
I curatori di questa mostra in corso sono: Bruce Albert, antropologo e consulente di Cartier e Hervé Chandès, direttore della Fondazione Cartier.
Ecologia e industria orafa? Davvero? Potrebbe essere considerata più accuratamente la Morte della Natura e dei popoli Indigeni per la merce di Oro e Diamanti? !
La vita di Jaider Esbell mi ispira a parafrasare “Art Army Decreto” di Mayakovsky:
« Lancia le tue parole come una bomba! »
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